Quanti di voi sognano una vacanza in barca? Eppure il problema più grosso e anche il più frequente è che manca la cosa principale per poter realizzare il proprio sogno, ossia la barca. E siccome il più delle volte non è possibile rimediare acquistandone una, c’è una soluzione alternativa, adatta però solo ai più avventurieri.
Si tratta del barcastop, assimilabile come concetto all’autostop. In parole povere, ciò che si fa è chiedere di essere presi a bordo di navi che stanno per salpare.
Una delle prime esperienze di barcastop in Italia, è quella di Alberto Di Stefano, un trentenne, amante della vela. Nel 2004, sognando di fare il giro del mondo in barca, ma non avendone una, cerca su riviste specializzate un imbarco. Lo trova, però il suo viaggio si interrompe e, rimasto a piedi, decide di continuare la sua avventura in barcastop, partendo dai Caraibi. ”Andare in barca – spiega Alberto- ti insegna soprattutto il senso della scarsità delle tue risorse. Se hai poco, apprezzi di più, anche a livello mentale. Chi ha più il lusso di giocare con i proprio pensieri?”
Ma come diventare barcastoppisti? Come ha fatto Alberto, potete cercare su riviste specializzate o, in alternativa su siti internet dedicati al mondo della navigazione. Tra le riviste, Bolina è lo storico riferimento di chi cerca imbarchi, mentre tra i siti vi citiamo findacrew.net, latitude38.com, foatplan.com, 7knots.com e cruiserlog.com.
Il consiglio è, però, quello di recarsi comunque di persona presso i porti dai quali desiderate partire. I luoghi di partenza suggeriti sono le isole Canarie, isole Baleari, Gibilterra, Marocco.
In ogni caso, meglio avere una certa dimestichezza col mondo della navigazione: si tratta di un’esperienza intensa, per le quali la data di ritorno difficilmente è prevista con certezza e durante la quale dovrete dare una mano sulla barca!
A chi fosse interessato, consigliamo la lettura del libro di Alberto di Stefano, Il giro del Mondo in barcastop.
Fonte: internazionale.it