Gli esercizi che vendono cibo devono indicare gli alimenti pericolosi in base ad una nuova direttiva europea.
Chi soffre di allergie sa quanto è difficile andare a mangiare fuori: che si tratti di un semplice bar o di un ristorante bisogna spiegare con attenzione al cameriere le proprie allergie e chiedere informazioni sui piatti in modo da ordinare solamente alimenti che non siano stati a contatto con allergeni.
E quando si va in vacanza? La questione si può complicare notevolmente anche se negli ultimi tempi gli esercizi commerciali si sono adeguati alle varie intolleranze e allergie più diffuse ed è più semplice trovare alimenti che non siano stati a contatto con gli allergeni. Inoltre una direttiva europea del 2011, entrata in vigore in Italia nel dicembre 2014, obbliga tutti i pubblici esercizi ad indicare esplicitamente i 15 cibi pericolosi per coloro che soffrono di qualche particolare allergia. In tal modo bar, gelaterie, ristoranti, panifici, gastronomie, in altre parole tutti gli esercizi commerciali che vendono cibo, devono obbligatoriamente esporre un foglietto illustrativo nel quale indicano se i cibi in vendita contengono i principali 15 nutrienti che sono fonte di allergie. In particolare parliamo di crostacei, uova, latte e lattosio, cereali con glutine, noci, pistacchi, nocciole, mandorle, molluschi, lupini, semi di sesamo, senape, sedano, anidride solforosa e solfiti, soia.
In Italia sono 8 milioni le persone che soffrono di allergie mentre 12 milioni sono gli intolleranti. Con la direttiva europea si vuole preservare la salute di queste persone e mettere in guardia i titolari degli esercizi commerciali: se una persona allergica infatti ingerisce un alimento non idoneo può rischiare conseguenze anche molto gravi come lo choc anafilattico.