Sempre attenti alle necessità degli altri, anche a discapito delle proprie. Una situazione molto comune, tipica di chi pensa che a mettere da parte le proprie emozioni, i propri desideri e bisogni, unicamente per soddisfare quelli degli altri, in fondo “Che sarà mai? È altruismo”. Ma ne siete sicuri? Siete sicuri che è sempre altruismo? E se invece aveste valicato semplicemente la soglia che dall’altruismo vi fa passare a dimenticarvi che anche voi, proprio come gli altri cui date la precedenza, avete dei bisogni? “Anche io ho delle necessità”. Sì, per chi vive una condizione simile, questa frase suona quasi come nuova e lascia anche un po’ sorpresi. Ma vi diremo di più: serve un po’ di (sano) egoismo. Se ne parla spesso e chi non ne ha dimestichezza tende a confonderlo con il puro egoismo (quello di colui che agli altri invece non ci pensa mai) e ha difficoltà a capire quali sono i limiti che separano l’uno dall’altro.
Allora chiariamoci un po’ le idee. Un sano egoista è colui che si prende cura di sé e ascolta, prima di tutto, le proprie necessità, i propri desideri. Bisogna mettersi in contatto con il proprio cuore e ascoltarlo nel profondo. Il primo passo è appunto “ascoltarsi”, avere bene chiaro cosa ci fa sorridere, cosa ci rende felici, cosa è meglio per noi. Facile? Non molto per chi è stato sempre abituato a vivere secondo le necessità altrui. Serve allora anche un gioco forza che ci spinga a chiudere gli occhi quando diciamo no a qualcuno perché non possiamo fare qualcosa. Un esempio banale di sano egoismo? Pensate di aver programmato un’uscita, una giornata in Spa, o anche un lavoro, e improvvisamente ricevete la chiamata di un amico, talvolta anche un conoscente, che vi chiede un favore. La sua non è questione di vita o di morte, eppure non riuscite a dire no. Allora il più delle volte, o sempre, rinunciate al vostro impegno, ai vostri programmi, per assecondare quelli di qualcun altro. Che male c’è? Niente, se non è la quotidianità e se è per qualcuno a cui tenete molto. Diventa dannoso però se è un modo di vivere, se questa difficoltà a dire “no” accompagna tutte le vostre relazioni, anche quelle che non sono poi così importanti per voi.
E qui che interviene un gioco di forze su voi stessi. Dovete imparare ad ascoltare le vostre necessità. In alcuni casi potete dire no. Dovete dire no. E non è solo una questione di benessere momentaneo (chi non conosce il sano egoismo è evidentemente più stressato) ma anche di valorizzazione della propria essenza, di crescita personale. Chi riesce a pensare a se stesso, certo, nel rispetto dell’altro, accresce la propria autostima. Secondo lo psicologo Raffaele Morelli un po’ di sano egoismo ci permette di creare relazioni più sincere, stimola lo spirito critico e la libertà intellettuale, ed è anche “una spinta naturale: come tutte le spinte istintive e biologiche ci porta all’autoaffermazione (e quindi all’autostima).” Inoltre “l’egoismo “buono” – scrive l’esperto – stimola ad assumersi la responsabilità della propria vita, e a non dipendere dagli altri. Nella sua essenza altro non è che la capacità di prendersi cura di sé, senza delegare ad altri scelte e soddisfazioni dei propri bisogni”