La forfora è un disturbo del cuoio capelluto che colpisce in particolare gli uomini. Si tratta di una vera e propria patologia determinata da uno squilibrio a livello delle cellule epiteliali del cuoio capelluto. Queste, infatti, in un soggetto sano senza forfora subiscono un regolare ricambio. Quando invece le cellule del cuoio capelluto crescono troppo velocemente arrivano presto agli strati superficiali della pelle. Si ha così una desquamazione che si manifesta con la comparsa di scaglie bianche alla base del cuoio capelluto.
Il disturbo ha caratteristiche diverse: si parla di forfora grassa quando vi è un eccesso di sebo, per cui le scaglie bianche si stratificano e vanno a formare con il tempo una crosticina gialla. Quando invece, non vi è eccesso di sebo si parla di forfora secca, e le scaglie cadono sulle spalle.
Una situazione particolarmente fastidiosa, dal momento che i lavaggi causano l’effetto rebound: più si tenta si sgrassare il cuoio capelluto, più questo reagisce producendo ancora più sebo e impedendo una sana crescita dei capelli.
Quanto alle cause, le tesi sono controverse. Non è ancora stato stabilito con certezza quale sia la causa primaria dell’insorgere di tale disturbo. Ciò che è certo però è che la presenza di forfora è associata alla concentrazione di un fungo, il Pityrosporum. Ma alcuni studiosi ritengono, al contrario, possa essere la forfora la causa di una maggiore concentrazione di tale agente fungineo.
Altri studi invece parlano di alterazione batterica dovuta ad un’eccessiva presenza degli stafilococchi.
Spesso inoltre, la forfora può essere indicativa della presenza di una patologia cronica, ossia la dermatite seborroica di media gravità. Se la forfora in sé non causa prurito, la dermatite seborroica invece sì. Questo dunque potrebbe essere un importante segnale.
La prima cosa da fare è rivolgersi ad uno specialista che farà le indagini accurate. Le cure possono variare dalla somministrazione di prodotti antimicotici per ridurre la concentrazione del Pityrosporum ovale, passando per cortisonici che hanno lo scopo di lenire l’infiammazione. Un aiuto è rappresentato dai prodotti a base di estratti di piante ad azione sebornomalizzante.
Come spiega su Lastampa.it il professor Franco Buttafarro specialista in Chirurgia Plastica e in Dermatologia, docente presso le Università di Roma, Siena e Parma: «I cortisonici non alogenati, ovvero i meno potenti, per via locale spesso associati ad antifungini sono utilizzabili con un certo successo, quelli per via sistemica sono esclusi dal trattamento salvo in alcuni pazienti selezionati e per brevi periodi. Gli antimicotici per uso generale sono spesso molto efficaci, ma solo per brevi periodi». Qualora alla forfora è associato uno squilibrio batterico, la cura invece deve mirare a ripristinare tale equilibrio.
Per non peggiorare la situazione e per favorire la riuscita del trattamento, anche la dieta e le abitudini in fatto di igiene sono importanti: è consigliabile una dieta ricca di antiossidanti e di acidi grassi essenziali, che trovate nel pesce, nelle noci e nella frutta secca in genere.
Quanto all’igiene invece, bisogna lavare i capelli con acqua tiepida (non calda) evitare shampoo con tensioattivi aggressivi nonché l’utilizzo di cappelli che possano far sudare il cuoio capelluto, e ridurre il frequente uso di lacche, gel e spume per capelli.