La pizza è uno dei cibi più amati dagli Italiani, e non solo. Buona, perfetta per stare in compagnia e anche economica, è osannata da molti ma demonizzata da altri per via del suo contenuto calorico e perché considerato comunemente una pietanza “pesante”. È davvero così? Quando possiamo mangiar la pizza e come sceglierla?
La pizza in realtà non è un alimento “cattivo”: a fare la differenza, in termini nutritivi e salutari, sono la qualità nonché la quantità degli ingredienti.
Possiamo parlare di alimento completo dal punto di vista nutrizionale: la farina fornisce i carboidrati in una percentuale variabile dal 65 al 75 %, le proteine invece traggono la loro fonte dalla mozzarella, mentre i grassi sono contenuti sia nella mozzarella che nell’olio di oliva: nel primo caso, però, si tratta di grassi saturi di origine animale, mentre nel secondo caso sono grassi insaturi, i cosiddetti grassi buoni.
Come detto, gli ingredienti della pizza fanno una grande differenza. Il contenuto di grassi e proteine, oltre che quello calorico, possono lievitare vertiginosamente con le aggiunte, ad esempio, di affettati, insaccati, wurstel, formaggi e salse. Anche la sostituzione della mozzarella classica con quella di bufala incide sui valori nutrizionali: la mozzarella di bufala ha infatti un contenuto calorico, oltre che lipidico, leggermente superiore rispetto a quella vaccina.
Una buona aggiunta è rappresentata dalle verdure, grigliate si intende, che forniscono vitamine e sali minerali, assieme al pomodoro.
Chi deve limitarne il consumo? La pizza è un alimento poco adatto a chi soffre di diabete e intolleranze glucidiche. Difficile da digerire e un po’ problematica anche per i soggetti che soffrono di colite, che potrebbero accusare gonfiore e dolori anche di forte entità, acutizzati nel caso in cui si associ il consumo di bevande gassate e fritture. Discorso simile in caso di gastrite: sono in particolare pomodoro e mozzarella a comportare gonfiori e difficoltà digestive.
Ad acuire questa problematiche è l’utilizzo di farine raffinate, specie le doppio zero, che contengono più animo, più glutine e zero fibre. Meglio optare su impasti a base di farina integrale o di Kamut, con lievito naturale (più facile da digerire) e senza aggiunte agli ingredienti base: farina, acqua e sale.
In ogni caso, se soffrite di una di queste patologia meglio chiedere al vostro medico curante il quale, valutando l’entità del problema, può dirvi come sia meglio comportarsi.
Chi ama la pizza deve inoltre ricordare l’apporto energetico. Una pizza margherita, la classica tonda, può avere anche 800 Kcal (la variabilità è dovuto al diverso dosaggio degli ingredienti): ciò vuol dire che una pizza sostituisce un pranzo completo. Ecco perché, è meglio consumarla non più di una volta a settimana. Inoltre, specie se consumata la sera, bisogna compensare facendo un pranzo più leggero con un secondo e delle verdure.