Nei momenti difficili, quando si è un po’ sottotono, un abbraccio può fare molto. Una sensazione di benessere immediata ci pervade come un sollievo dolce e rassicurante. Una questione di tatto, di affetto, ma avete mai penato cosa succede al nostro corpo quando qualcuno ci abbraccia, tanto da farci stare meglio?
I ricercatori negli anni si sono adoperati nel cercare i meccanismi che si attivano nel nostro cervello durante un abbraccio, per comprendere la ragione di un tale beneficio.
Cosa succede al nostro corpo
Durante un abbraccio si attivano i corpuscoli di Meissner addetti alla ricezione sensoriale del contatto e presenti nella parte superficiale della pelle. Attraverso le fibre nervose gli impulsi giungono al cervello. Pensate che tali corpuscoli contribuiscono anche alla regolazione della pressione arteriosa che subisce, anch’essa, dei cambiamenti durante un abbraccio.
Ovviamente, quando qualcuno ci stringe tra le sue braccia, non può non esserci un cambiamento di tipo ormonale. Da un lato, infatti, si alzano i livelli di ossitocina e dopamina (il primo è denominato ormone dell’amore, il secondo l’ormone del piacere) e dall’altro si riducono i livelli di cortisolo, definito invece l’ormone dello stress. Ecco perché nei bambini l’abbraccio è così importante, per calmarli e rassicurarli. Non a caso l’abbraccio è il gesto che accompagna la nascita; un atto ancestrale insomma.
Cosa succede alla nostra mente
Un abbraccio, come detto è un gesto rassicurante. Secondo Jose Antonio Serrano, musicoterapeuta, si tratta di «un gesto che ci trasmette energia e ci regala un senso di pace ed equilibrio interiore. In un momento di difficoltà, inoltre, vale molto di più di una semplice parola di incoraggiamento e permette alle persone più sensibili di risvegliare il bambino che è in ognuno di loro».
L’effetto psicologico positivo dell’abbraccio è confermato poi dai ricercatori dell’University College di Londra. Uno studio da loro effettuato ha messo in evidenza come un abbraccio aiuti ad avere una maggiore consapevolezza del proprio corpo e della propria fisicità, aiutando chi lo riceve a sentirsi a proprio agio con se stessi. Ciò avviene grazie a dei segnali propriocettivi inviati al nostro cervello una volte percepita una sensazione tattile.
Da non trascurare poi il rapporto con l’altro. Dall’abbraccio deriva la consapevolezza dell’essere degni di essere amati, oltre che un’empatia e complicità che danno benessere.
C’è stato chi ha anche stabilito una dose quotidiana ottimale di abbracci in relazione a diversi obiettivi. Si tratta della psicoterapeuta Virginia Satir. La dottoressa ritiene che «abbiamo bisogno di 4 abbracci al giorno per sopravvivere, 8 per mantenerci così come siamo e 12 per crescere».