“Non piangere”. E’ una frase che ciascuno di noi in un momento di tristezza, rabbia o difficoltà avrà sentito dire da qualcuno che tentava di consolarlo. Eppure piangere non è poi così sbagliato… o comunque non è sempre così sbagliato. Perché?
Innanzitutto chiariamo che stiamo parlando del pianto dovuto alle emozioni, e non di quello dovuto ad eventuali agenti irritanti!
Escluso quest’ultimo caso, quindi, le statistiche dicono che le donne piangono oltre sei volte in più rispetto agli uomini. Se questi ultimi, infatti, in media in un anno, piangono 7 volte, le donne piangono ben 47 volte!
Piangere è visto spesso come motivo di debolezza, ma così non è: è pur sempre una manifestazione di un’emozione, come il riso per la gioia.
Ma non è solo questo il motivo per cui non ci si deve vergognare di piangere: pare infatti che piangere faccia bene . Secondo uno studio svolto da William Frey, biochimico dell’Università del Minnesota (Usa), il pianto aiuta ad eliminare alcune sostante che il nostro organismo produce qualora vi sia uno stato di tensione emotiva accumulata. Le lacrime che produciamo per un particolare stato emotivo, di tensione quindi, sono ricche di due ormoni il cui dosaggio aumenta proprio in concomitanza a stati di stress psicologico. Si tratta della corticotropina e della prolattina. Altra sostanza che viene espulsa con le lacrime da tensione emotiva è il manganese che, invece, è presente in dosi massicce nei soggetti depressi.
Anche le statistiche sembrano essere pro-pianto: ben l’88,8% delle persone afferma di stare meglio in seguito a quello che viene definito il pianto liberatorio.
E cosa succede se invece tratteniamo il pianto?
Fare lo sforzo di non piangere blocca le emozioni e favorisce l’irrigidimento muscolare, e quindi è negativo per la postura. Spesso infatti si ha una cattiva postura proprio perché i muscoli si irrigidiscono (è il caso ad esempio delle spalle ricurve).