Quanto l’obesità incide sulla vita di chi ne soffre? Più di quello che crediamo. Tra le conseguenze dell’obesità vi è il rischio di malattie quali quelle cardiache, l’ipertensione, il diabete mellito di tipo 2, l’osteoartrite, alcuni tumori, senza contare i disagi psicologici (derivanti ad esempio dalla non accettazione di sé) e il peggioramento della qualità della vita, il quale si manifesta anche nelle semplici azioni giornaliere, come può essere anche il vestirsi al mattino.
Ma non si tratta solo di questo. Una recente ricerca svolta dall’Università di Cambridge e poi pubblicata su The journal of Neurobiology of Aging, una rivista scientifica, ha infatti messo in evidenza come l’obesità incida sul nostro cervello, negativamente ovviamente: secondo gli studiosi un soggetto obeso di mezza età avrebbe un cervello con le medesime caratteristiche di quello di una persona anziana normopeso.
Lo studio ha preso in esame un campione di 473 soggetti sani (eccezion fatta, ovviamente per l’obesità) di età compresa tra i 20 e gli 87 anni, i quali sono stati suddivisi in 3 gruppi: normopeso, sovrappeso ed obesi. Tutti i partecipanti sono stati poi sottoposti a risonanza magnetica per poter verificare le caratteristiche e le condizioni del loro cervello.
Dalle risonanze sono emersi dati significativi anche in relazione alle dimensioni del cervello: i soggetti obesi, ed anche quelli sovrappeso, avevano un cervello il cui volume era significativamente inferiore rispetto a quello dei soggetti magri. Il dato, però, si riscontra in particolare nei soggetti di mezza età. Ciò che ancora, invece, non è certo è la reversibilità di tali danni procurati al cervello dall’obesità e dal sovrappeso.
I risultati della ricerca forniscono un motivo in più per seguire uno stile di vita sano. Ricordiamo che per sconfiggere l’obesità sono indispensabili una corretta alimentazione e lo svolgimento di attività fisica.Oggi in Italia si conta una percentuale di soggetti obesi pari al 10%, che non è poco.