I centri termali offrono molti trattamenti benessere; tra questi la fangoterapia. Si tratta di una pratica che ricorre all’uso dei fanghi per curare inestetismi estetici, nonché vere e proprie patologie della pelle e delle ossa.
Appartenenti alla famiglia dei peloidi (pelos=fango, eidos=aspetto), ossia quelle sostanze costituite da materie organiche, materie inorganiche e acqua, i fanghi in particolare sono una miscela di argilla, acqua termale e vari componenti biologici. Vi possono essere poi delle aggiunte di torbe, limi e melme che variano l’effetto dei fanghi, il quale dipende anche dalle quantità dei composti che li costituiscono.
Per quanto riguarda le origini di questa pratica, già nell’antico Egitto venivano utilizzati come trattamenti di bellezza per la pelle, ed erano ricavati dal limo del delta del Nilo, mentre in Italia l’uso della fangoterapia nei centri termali risale all’epoca romana.
Quanto alle indicazioni terapeutiche, questi composti agiscono su patologie differenti a seconda del tipo di fango: quelli oligominerali salsobromoiodici radioattivi vengono usati per curare artriti, i clorurosodici sulfurei per combattere artriti croniche o nevriti, mentre i fanghi salsoiodici sono indicati in caso di sierositi.
Grazie alle loro proprietà hanno largo impiego anche nel campo dell’estetica, in quanto agiscono per osmosi, un processo per il quale il fango tende ad assorbire l’acqua ( e per tale ragione è impiegato, anche a freddo , per combattere la cellulite) e le tossine in eccesso, per cui a contatto con il corpo purificano la pelle e dunque sono usati per mantenere la pelle giovane.
Il trattamento all’interno delle terme prevede un bagno completo nel fango alla temperatura variabile tra 37 e i 38 gradi per un tempo che oscilla tra i 15 e i 30 minuti. Segue poi un immersione in acque termali e dunque la cosiddetta “reazione sudorale”. Tuttavia si possono anche effettuare dei bagni parziali, immergendo nel fango solo le parti del corpo interessate al trattamento, oppure sottoporsi ad impacchi di fanghi.
Poiché oltre alla sudorazione, la fangoterapia comporta ipotensione, l’unica controindicazione può essere la “crisi termale” che si manifesta, qualora si superino i tempi e le temperature indicate per l’immersione, con febbre e mal di testa. E’ perciò consigliabile praticare il trattamento in centri benessere specializzati.