La protezione solare durante l’estate (e non solo) è molto importante. Su questo non vi è dubbio alcuno. Tuttavia molte delle nostre azioni sono il frutto di credenze diffuse ed errate, che possono portarci a sottovalutare i rischi cui andiamo incontro con l’esposizione al sole.
Il Centro Diagnostico Italiano (CDI) ha diffuso un documento a cura del dr. Claudio Droghetti, Responsabile dell’Ambulatorio di Medicina dei Viaggi CDI e di Elena Gavardi, Coordinatore Comunicazione CDI, in cui vengono delineate le indicazioni fondamentali per viaggi e vacanze sicure, dalla scelta alla conservazione dei medicinali, ai vaccini, fino anche ad una corretta e responsabile esposizione solare.
A tal proposito è stata redatta una tabella con i 7 falsi miti più diffusi relativi all’esposizione solare:
- L’abbronzatura è salutare
L’abbronzatura rappresenta una reazione dell’organismo che si difende dai danni causati dai raggi UVB.
- Non ci si può scottare in una giornata nuvolosa
Non è così. Quando vi è uno strato sottili di nubi, queste possono essere attraversate dall’80% dei raggi UV ed in caso di foschia l’esposizione può addirittura aumentare.
- In acqua non ci si scotta
Tutt’altro: non solo l’acqua in quanto tale dà una protezione minima ed insufficiente, ma peraltro i riflessi possono aumentare l’esposizione ai raggi UV.
- I raggi UV in inverno non sono pericolosi
È vero che durante l’inverno i raggi UV sono più bassi, tuttavia in presenza di neve l’esposizione può aumentare notevolmente.
- Le creme solari proteggono per cui ci si può esporre al sole più a lungo
Le creme solari non fanno sì che si prolunghi il tempo di esposizione ma incrementano la protezione per il tempo in cui si è esposti.
- Se si fanno dei break durante l’esposizione al sole non ci si scotta.
Credere che staccare di tanto in tanto e mettersi all’ombra possa evitare le scottature è errato perché l’esposizione ai raggi UV è cumulativa, quindi si sommano le esposizioni fatte prima e dopo il break.
- Se non si percepiscono i raggi caldi del sole non ci si scotta.
Non sono i raggi che noi percepiamo come caldi a farci scottare, ma anche quei raggi che noi non percepiamo.