Nell’affrontare un disagio psicosomatico o un disturbo di lieve entità è possibile ricorrere a diverse tipologie di cure. Chi preferisce alle cure tradizionali un approccio più naturale alle scelte terapeutiche, può optare per la naturopatia. Oggi sono molte, infatti, le persone che ricorrono alla figura del naturopata. Per capire quali sono i casi in cui può essere utile questa scelta, vediamo, prima di tutto, di cosa stiamo parlando esattamente.
Innanzitutto bisogna precisare che la naturopatia è una medicina complementare: ciò vuol dire che essa è riconosciuta non come medicina scientifica convenzionale, ma come insieme di terapie di supporto a questa.
Il principio di base sul quale si fonda questa pratica è che un disequilibrio energetico comporta i malesseri e i disagi psicofisici, e, dunque, per curare i sintomi è necessario ristabilire tale equilibrio, intervenendo direttamente sulla causa, più che sul sintomo. Anche per questa ragione, la naturopatia è inserita tra le discipline olistiche, le quali considerano la persona nella sua totalità, ossia l’interagire di corpo, mente e spirito, mirando, come detto, non solo alla cura del sintomo ma al ripristino e al mantenimento dell’equilibrio energetico complessivo. L’obiettivo, dunque, non è semplicemente quello di curare una malattia specifica, né una parte sola del corpo affetta da un disturbo, quanto piuttosto di intervenire sulla causa dello stesso; in sostanza si cura la persona e non la malattia.
La naturopatia, inoltre, si pone nei confronti del paziente anche in termini di prevenzione, oltre che di terapia e di sostegno.
Importantissimo è poi il principio dell’autoguarigione: questo non significa che il paziente debba intervenire autonomamente sul disagio che percepisce (sebbene alcune discipline naturopate abbiano tra gli obiettivi quello di rendere il paziente “terapeuta di se stesso”), ma che il naturopata deve sostenere quel meccanismo di autoguarigione che l’organismo umano, per sua natura, possiede: ne sono un esempio l’autorigenerarsi delle cellule o il funzionamento del sistema immunitario.
Sono pratiche naturopate, per esempio, l’idroterapia, la riflessologia plantare, la fitoterapia e l’agopuntura.
Come tutte le medicine alternative la naturopatia richiede l’impegno a perseguire stili di vita corretti per il mantenimento dell’equilibrio energetico.
Per quanto la naturopatia tragga i suoi principi da antiche pratiche, come ad esempio quelle tipiche della medicina tradizionale cinese, in realtà il termine naturopatia venne utilizzato per la prima volta alla fine dell’800 dal medico statunitense John Scheel.
Quanto alla figura del naturopata è bene distinguere tra i naturopati tradizionali, i quali applicano tecniche e pratiche che non presentano controindicazioni, e i medici naturopati che invece considerano la possibilità che le pratiche adottate apportino dei danni, e si assumono la responsabilità di scegliere per il loro paziente, la cura che presenta meno controindicazioni possibili, compatibilmente al disturbo da curare.
Bisogna, però, tenere presente che, indipendentemente da questa distinzione, chi decide di rivolgersi a questa figura professionale per curare un qualsiasi disagio, interviene comunque sulla propria salute (o sul proprio benessere). E’ bene, dunque, fare molta attenzione nella scelta del naturopata, diffidando da persone che si fingono professionisti, e rivolgersi, piuttosto, a figure o centri competenti, specializzati e riconosciuti.