Si chiama ikigaï e si tratta di un metodo su come essere felici, anche se a dire la verità è una vera e propria filosofia di vita. Consiste nel porsi delle domande come “Dove sono?”, “Cosa sto facendo della mia vita?” e soprattutto “Sono felice?”
Filosofia sviluppatasi ad Okinawa, in Giappone, l’ikigaï nel mondo occidentale può essere inteso come il senso della vita, o meglio, il senso che ognuno di noi dà alla propria vita. Se consideriamo il tempo denaro e la vita di ogni singolo essere umano una breve apparizione sulla Terra risulta molto importante capire le ragioni della propria esistenza, che deve essere vissuta al meglio. I giapponesi credono che ognuno di noi abbia il proprio scopo nella vita e che tutti abbiano diritto a raggiungere la felicità. Proprio per questo l’ikigaï è un concetto fondamentale che sull’isola di Okinawa viene tradotto letteralmente come “un motivo per alzarsi la mattina”. La parola ikigaï è formata da “ikiru” che significa “vita”, e “kai”, che può essere tradotto come “la realizzazione di ciò che si spera”.
Mettersi a lavoro su se stessi per scoprire il proprio scopo nella vita e come raggiungere la felicità può essere molto difficile, per tale ragione i giapponesi consigliano di dedicarsi ad attività come meditazione, giardinaggio, lunghe camminate, in modo da avere tempo per pensare sul significato profondo della vita.
Per intraprendere questa strada bisogna dotarsi di una penna e di un quaderno, sul quale annotare innanzitutto le domande simbolo dell’ikigaï e poi scrivere le risposte. “Cosa ami, qual è la tua passione”, “Cosa vuole il mondo da te”, “Quali sono le tue virtù?” e “Con cosa ti procuri da vivere, che lavoro fai?”: queste le domande.
Per essere felici c’è bisogno della giusta dose di passione, vocazione e professione, una sorta di equilibrio tra tutte le cose. Sul quaderno dell’ikigai è bene scrivere tutti quei momenti durante la giornata nei quali si è felici, poi, rileggendoli, si riuscirà a metabolizzare meglio le proprie idee e sensazioni.