Quello del benessere psicologico è un tema molto discusso. Capire quale sia, o quali siano, le strade per raggiungerlo non è cosa semplice. Studiosi e psicologi da sempre si sono attivati per dare una risposta, anche scientifica, a questo quesito. E inevitabili sono le riprese alle teorie degli antichi filosofi che ancor prima di noi si sono chiesti come fosse possibile raggiungere il benessere, interpretando il concetto di piacere.
Alcuni studi pubblicati sulla rivista Psychotherapy and Psychosomatics forniscono una teoria oggi molto accreditata circa la ricerca del benessere mentale. In realtà, come ci spiega la professoressa Carol Ryff, dell’University of Wisconsin-Madison, nella sua revisione sul benessere psicologico pubblicato sulla rivista in questione, vi sono due possibili approcci alla vita:
- uno di tipo edonistico, che ha come scopo la ricerca del piacere fine a se stessa,
- l’altro di tipo eudemonico, ossia rivolto alla possibilità di esprimere il meglio di sé e che riprende il pensiero aristotelico secondo cui è necessario conoscere bene se stessi, impiegare la propria vita per essere ciò che si è capito di essere, ed esprimere a pieno il proprio talento.
È quest’ultima la teoria oggi più accreditata dalle tendenze di pensiero.
Le sei componenti del benessere psicologico
Per comprendere come la psicologia contemporanea affronti il tema del benessere psicologico, sono utili le parole di Giovanni Fava, docente di Psicologia clinica dell’Università di Bologna e direttore della rivista Psychotherapy and Psychosomatics. Il professor Fava ci spiega che la psicologia contemporanea ha individuato almeno sei componenti del benessere psicologico. “Questi sei componenti sono: autonomia, padronanza ambientale, crescita personale, relazioni positive con gli altri, scopo nella vita, auto-accettazione”
- Essere autonomi significa regolare il proprio comportamento dall’interno per essere indipendenti, resistendo alle pressioni sociali che spingono a pensare e ad agire in maniera conforme.
- Padronanza ambientale vuol dire saper sfruttare al meglio le opportunità ma anche affrontare le difficoltà, creando un contesto nel quale possano trovare espressione i propri valori.
- La crescita personale corrisponde alla consapevolezza di essere all’interno di un processo di continuo miglioramento di se stessi, esser disposti ad intraprendere esperienze nuove e avere la sensazione di mettere a frutto le proprie capacità.
- Le relazioni positive con gli altri sono possibili qualora si manifestino la capacità di sviluppare empatia, affetti e vicinanza con le persone che ci circondano.
- Avere uno scopo nelle vita invece significa sentire di muoversi all’interno di una qualche direzione identificabile, con una continuità tra il passato e il presente, alla luce di obiettivi che diano significato alla vita.
- L’auto-accettazione altro non è che l’accettare ogni aspetto di se, positivo o negativo che sia, senza voler a tutti i costi essere diversi dalla propria natura.
È dunque in questo senso che ognuno dovrebbe lavorare su stesso per il raggiungimento del benessere: non si tratta di andare a ricercare il piacere fine a se stesso in ciò che è esterno a noi; al contrario, bisogna partire da se stessi, accettarsi per quel che si è, gestire le influenze esterne al fine di migliorare se stessi in una crescita continua, in autonomia, pur mantenendo delle buone relazioni con il prossimo.